Psicologa Psicoterapeuta Francesca Natali

I bambini e le crisi di rabbia

I bambini e le crisi di rabbia

da | Mar 17, 2022 | Uncategorized

Le crisi di rabbia nei bambini possono essere favorite da una molteplicità di fattori psico-socio-relazionali che vengono identificati in modo specifico rispetto alla storia, al contesto di vita del bambino e alla situazione attuale.

Le crisi di rabbia, se frequenti, si associano ad una difficoltà del bambino ad essere consapevole delle proprie emozioni, quindi di riconoscerle e gestirle. Bambini che sviluppano questa modalità per entrare in relazione con gli altri mostrano spesso irritabilità anche in situazioni in cui non vi sono motivi “apparentemente” scatenanti.

Il modo con cui il genitore risponde è fondamentale nel condizionare la capacità del bambino a regolare e quindi reagire alle proprie emozioni. Questo vale sempre e per qualsiasi emozione.

A tal fine, è importante che il genitore sostenga il bambino nell’entrare in contatto con le proprie emozioni e nel riflettere sui loro effetti su sé stessi e gli altri.

Entriamo brevemente nel merito di qualche strategia utile:

Nostro figlio ci racconta di un episodio in cui si è sentito felice/triste (o qualsiasi altro modo!) a scuola/a pallavolo…: chiediamogli cosa ha provato e cosa può aver capito da quella situazione. Lo alleniamo a divenire consapevole delle proprie emozioni. Se fatica a verbalizzare l’emozione, aiutiamolo a darle un nome. Se è convinto di aver reagito bene, chiediamogli se le altre persone presenti erano della stessa idea. E se sì/no, secondo lui, perché. Diamo anche un nostro punto di vista che non sia giudicante, piuttosto offra al bambino altre possibilità utili per stare in quella situazione se si riverifica.

Nostro figlio ha una crisi di rabbia: è poco utile chiedergli di calmarsi. Piuttosto accogliamo quell’emozione. Cerchiamo il contatto visivo con lui (diamogli attenzione), tocchiamolo e abbracciamolo lentamente (non stringiamo). Parliamogli in modo rassicurante: “capisco che ti fa arrabbiare molto questa cosa, anche a me farebbe arrabbiare, ma è importante ora entrare a scuola-andare a casa…”.

Quando il bambino si è calmato (seconda fase) parliamo con lui proponendo strategie alternative a quelle crisi e riflettiamo insieme sulle conseguenze:

  • “Capisco che sei molto stanco questa mattina e vorresti stare a casa da scuola ma sono quasi le otto e tra poco suona la campanella. Se arriviamo in ritardo saremo costretti ad entrare a scuola più tardi e non riusciremo a chiacchierare con i nostri compagni come facciamo tutte le mattine (INDICHIAMO ESPERIENZE POSITIVE CHE SI PERDEREBBE SE DESSE “RAGIONE” ALLA SUA RABBIA)”.
  • “Lo capisco che quella battuta che ha fatto il tuo compagno ti ha ferito molto e perciò ti sei arrabbiato. Ma avergli tirato un calcio lo ha ferito nello stesso modo e quindi ci è rimasto anche lui molto male. Come pensi possiamo reagire la prossima volta? Credi che parlarne prima con la maestra possa essere più corretto?”.

Se il bambino ha bisogno di più tempo per calmarsi, concediamoglielo! Non appena si calma, non andiamo subito a confrontarci con lui, ma anche in silenzio abbracciamolo dandogli la nostra vicinanza. Solo in un secondo momento cerchiamo di affrontare con lui il discorso su quello che è successo, in modo non giudicante, accogliente e calmo. Aiutiamolo a capire come si è sentito e ragioniamo sulle conseguenze di quella reazione.

Molto spesso i bambini che hanno una crisi di rabbia si interfacciano con adulti che tendono a giudicarli. Paradossalmente, perché si calmino prima, hanno bisogno di capire che quell’emozione può essere vissuta anche dall’adulto (quindi è comprensibile) e può ottenere dall’adulto un modo accogliente per trovare nuove strategie di riconoscerla e gestirla.

Se le crisi di rabbia persistono nel tempo può rivelarsi utile un percorso di terapia familiare.

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