Psicologa Psicoterapeuta Francesca Natali

Il supporto psicologico, un importante aiuto per i genitori

Il supporto psicologico, un importante aiuto per i genitori

da | Mar 23, 2022 | Uncategorized

La genitorialità è relazione ed attiene allo sviluppo, alla progettazione ed alla realizzazione della dimensione generativa. È insita una dimensione individuale, che precede il concepimento e costituisce il momento in cui la persona si immagina che genitore sarà e che figlio desidera. È per questo motivo che l’essere genitori si costruisce nel corso della storia dell’individuo e ha a che fare con le forme di attaccamento vissute durante l’infanzia. Durante la gravidanza, poi, la persona è portata ad entrare in contatto con le sue esperienze di figlio/a.

Aspettare un bambino richiede un cambiamento in adulti che lentamente diventano genitori, ognuno con le proprie capacità di elargire cure e affetto. Queste competenze non sono realtà astratte, non si imparano su un manuale, ma sono incarnate nella vita di tutti i giorni e vengono apprese dalla storia della propria famiglia d’origine. L’essere genitori, infatti, affonda nelle radici di bambino o bambina che siamo stati e nei genitori che abbiamo avuto. Quante volte ci siamo sentiti dire dai nostri genitori “quando sarai genitore capirai, farai la stessa cosa che faccio io!” o quante volte, da bambini, ci siamo ripromessi di non essere mai come i nostri genitori!  Ed è qui che sta l’unicità di ciascuno di noi quando diventa genitore: in modo del tutto esclusivo e mai ripetitivo, ognuno di noi, si presenta alla volta della genitorialità con le proprie regole, i propri vissuti, le proprie emozioni nella relazione con i figli. Cerchiamo di emulare i genitori che abbiamo avuto, oppure facciamo di tutto per non essere come loro, o ancora, come accade nella maggior parte dei casi, cerchiamo di bilanciare il nostro passato di figli, i genitori che abbiamo avuto con chi siamo ora, con chi sono i nostri figli e anche, sì, con chi sono ora i nostri genitori.

La famiglia ha l’età dei propri figli perché i genitori tentano di entrare in contatto con delle parti di sé corrispondenti all’età dei loro figli, riuscendo a capirne i linguaggi, i bisogni, i desideri. Lo strumento più importante nell’accudimento di un bambino sta nella capacità di incontrare il piccolo e di creare con lui una fitta rete di interazione e scambi significativi. L’aver fatto esperienze negative da bambini può avere un peso nelle rappresentazioni dei bisogni che i figli hanno nella loro vita. In queste rappresentazioni, infatti, il bambino reale è uno tra i tanti rappresentati. C’è una popolazione di bambini nella mente del genitore, quello che è stato, quello che avrebbe voluto essere, quello sofferente, quello felice, ad esempio.

Negli interventi sulla genitorialità possiamo incontrare le preoccupazioni dei genitori rispetto alla relazione con i loro figli. Sono adulti che a loro volta, nei loro passati di infanti, sono stati protagonisti di esperienze che hanno segnato, favorevolmente o sfavorevolmente, la loro crescita con delle ripercussioni sul loro modo di essere genitori.

Questo intervento si rivela utile per quelle persone che tendono a rispecchiarsi nei loro bambini, cercando da loro una qualche forma di riconoscimento.

Questo desiderio di amore spasmodico, di essere riconosciuti porta a due conseguenze principali sul livello della genitorialità:

Definizione del limite: i genitori pensano di non essere amati se pongono dei limiti ai bisogni dei loro figli. Il limite, invece, è fondamentale. Se non c’è limite, non c’è né desiderio, né fantasia, né creatività.

Timore dell’inadeguatezza: se i figli rappresentano un elemento importante di riconoscimento personale del genitore, evidentemente i fallimenti della non adesione dei figli alle loro aspettative diventano intollerabili dai genitori. Ci troviamo così di fronte a genitori che fanno l’impossibile per accontentare i loro figli, dalle loro esigenze primarie ai loro capricci, genitori che non tollerano che a scuola come nello sport ai loro figli possa essere presentata qualsiasi forma di frustrazione (dal semplice rimprovero o alla nota sul diario),  genitori che non si sentono mai all’altezza, che pensano che si possa fare di più, quando quel di più è stato il massimo che avrebbero potuto fare. Genitori che si sentono sempre la causa delle emozioni negative dei loro figli, che quasi gliele negano pur di evitare qualsiasi forma di sofferenza ai loro figli.

Non tollerare il fallimento e non riuscire a dare dei limiti ai bambini, pone dei problemi di sconfinamento nella relazione tra i bambini e i loro genitori, tanto che incontriamo bambini che si sostituiscono al partner, bambini adultizzati, bambini che regrediscono rispetto al loro ciclo vitale, pur di rispondere alle richieste dei loro genitori.

Le aspettative, in questo senso, hanno un ruolo centrale nel funzionamento genitoriale e su quelle si concentra gran parte del lavoro sulla genitorialità. I bambini possono diventare una forma di realizzazione dell’adulto: c’è iperinvestimento perché quella nascita, mai come oggi, dipende, per la maggior parte dei casi, da scelte consapevoli dell’adulto ed eventuali fallimenti possono essere vissuti in modo tragico.

Nel lavoro sulla genitorialità si analizzano anche i primi contesti di vita del bambino, quelli che iniziano a definire la soggettività della persona e anche la sua capacità di relazionarsi agli altri. Contesti che, se ricchi di elementi e relazioni maladattive, possono influenzare una buona crescita del bambino e del genitore. Perché sì, l’adulto cresce insieme al bambino, e ad ogni compleanno al genitore sono richiesti compiti evolutivi diversi, e spesso, più difficili.

Negli interventi sulla genitorialità si lavora sulle relazioni che si opacizzano, dove i genitori possono confondere se stessi con il figlio e fare esperienze riparative: in quella situazione si vuole far sentire diversamente il figlio a come quel genitore si era sentito da piccolo, avendo l’idea che il bambino stia provando i suoi stessi sentimenti passati. Può succedere, però, che siano i figli stessi a reagire in modo opposto a quel vissuto portando il genitore ad una sensazione di inefficacia ed isolamento relazionale.

In altre occasioni, invece, può accadere che i genitori confondano il proprio figlio con i loro genitori, portando il bambino all’esperienza del parental child, in cui sottende il desiderio inconsapevole che quel figlio diventi il genitore che non ha mai avuto.

Nelle forme di opacità genitoriale possiamo incontrare genitori che riconoscono il proprio figlio come un risarcitore, oppure gli chiedono di diventare il suo persecutore. Il bambino viene rivestito di una funzione enorme che non gli appartiene. Infine, ai figli può essere chiesto di impersonificare una figura di cui il genitore sente la mancanza: si attribuiscono ai bambini caratteristiche di figure significative. È il caso, ad esempio, di un bambino che si sostituisce e svolge il ruolo di partner mancante.

Da questi presupposti, i figli, con le loro caratteristiche, contribuiscono a dar forma alla funzione genitoriale: il bambino è attivo nell’interazione con i suoi genitori, interviene nella genitorialità e nella coppia. Anche lui sta facendo qualcosa per stare in quella relazione. Anche lui, nelle sue peculiarità, è attivamente impegnato nella sua funzione di figlio.

La genitorialità ha caratteristiche relazionali e per questo, nella stanza di terapia, ci si focalizza su come i genitori e i loro figli interagiscono tra loro. Può essere utile, soprattutto all’inizio dell’intervento, coinvolgere anche il bambino nelle sedute.

Nel lavoro sulla genitorialità si apre al trigenerazionale rispetto a quelle che sono state le esperienze dei genitori come figli. Cambiano le relazioni con le loro famiglie d’origine perché cambiano le rappresentazioni a livello individuale, familiare e sociale. Si ristrutturano le relazioni con i propri genitori e si definiscono le aspettative nei confronti dei propri genitori, andando ad individuare le diverse regole del ruolo e delle funzioni dei nonni e dei genitori.  Le competenze genitoriali sono insite nella storia dell’individuo, nella capacità di leggere il proprio passato in funzione dei bisogni del figlio. Anche i genitori crescono insieme ai loro bambini, riscoprendosi nuovi e trasformati.

Andiamo a recuperare il buon genitore che c’è, un genitore che fa qualcosa di buono per i suoi figli, in cui sono vivi e reali i tentativi di crescere nel miglior modo possibile i propri figli.

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