Psicologa Psicoterapeuta Francesca Natali

Come affrontare il lutto con i bambini

Come affrontare il lutto con i bambini

da | Mar 20, 2022 | Uncategorized

I bambini, in base al momento del loro ciclo di vita, affrontano la morte in modo diverso. È un argomento a cui si interessano e su cui fanno domande agli adulti. Soprattutto quando la morte entra nella loro vita.

Che cosa dobbiamo fare noi “grandi”?

  • Impariamo a non fare finta di niente, come se la vita in quella famiglia non sia cambiata. L’iperprotezione o l’evitamento sono dannosi ed un rischio nel far sperimentare ai bambini delle emozioni non autentiche, che creano confusione e disparità tra l’immaginario e la realtà. Il dolore della morte esiste, non evitiamolo. La morte è un evento estremo che stravolge l’equilibrio fisico e psichico delle persone che devono affrontarla. E quando siamo in una condizione di disequilibrio abbiamo bisogno di guardare il contesto che ci rende instabili per poterlo affrontare, per trovare i giusti supporti per non cadere e farci troppo male.

 

  • I bambini ci faranno delle domande: com’è morto? Che ne sarà della nostra vita ora? Cosa cambierà? Diamo risposte semplici, vere e corrette in base al grado di maturità del bambino. Non trattiamolo né come un adulto, né come un essere incapace di pensare ed emozionarsi. Usiamo le parole del bambino e con dolcezza ed autenticità diciamo che anche noi stiamo soffrendo, che ci capita spesso di pensare alla persona che se n’è andata e raccontiamo che cosa facciamo noi per compensare a quella mancanza.

 

  • Diamo spazio e tempo al bambino per trovare il modo di elaborare il lutto. Non spaventiamoci al primo segnale di malessere: se il bambino per un po’ di tempo cambierà, diamogli la possibilità di farlo. Sta cambiando anche il suo ruolo in famiglia. E’ importante accettare che non sia immediata la sua elaborazione alla perdita.

Può manifestarsi una parziale regressione a comportamenti di età precedenti (enuresi, ritorno ad attività ludiche che erano state già abbandonate, ad esempio), manifestazioni di rabbia, difficoltà di attenzione, insonnia, ritiro sociale, ansia, svogliatezza, abbattimento del tono dell’umore. Sono tutte risposte che in una prima fase del lutto si possono verificare: il bambino sta canalizzando le risorse nel pensiero della persona amata. Teniamole monitorate, ma accettiamone l’espressività.

  • Stiamo insieme a loro, giochiamo e disegniamo insieme. Se ci capita di piangere spieghiamogli il perché è successo anche a noi.

 

  • I bambini possono anche manifestare il desiderio di essere con la persona deceduta: “Vorrei che succedesse anche a me per andare dalla mamma/papà/nonno-a…”: se il bambino esprime il desiderio di “voler morire” ascoltiamolo attentamente e cerchiamo di capire se la sua è un’espressione del desiderio di stare con la persona deceduta o se è un’ideazione suicidaria. Approfondiamo questa sua espressione (perché hai pensato a questo? Quando l’hai pensato? So che ti manca molto, manca molto anche a me, possiamo fare qualcosa insieme per ricordarlo quando ci manca?…). Se abbiamo dei dubbi rispetto al suo stato emotivo e alle sue risposte, richiediamo l’intervento di un professionista.

 

  • “Cosa gli dico sulla morte?”: i bambini, tra i 6 e i 12 anni, pensano inizialmente alla morte come a qualcosa di reversibile. In questa fascia d’età, progressivamente, va consolidandosi il pensiero che la morte segna una reale e definitiva perdita di una persona amata. In questo senso, è molto importante raccontargli che cosa noi pensiamo della morte. Se abbiamo una cultura “laica” raccontiamogli il pensiero biologico sulla la morte e come noi l’affrontiamo, se invece abbiamo una cultura “spirituale” sulla morte, spieghiamogli che cosa significa per noi l’espressione “il corpo va in cielo”.

 

  • Rendiamoci disponibili a rispondere in modo autentico e completo alle domande, prendiamoci del tempo con lui per impegnarci in attività espressive in cui il bambino possa dare voce al suo dolore, accettiamo e sosteniamo l’espressione di emozioni e sentimenti negativi, non modifichiamo le routine ma manteniamo una regolare organizzazione della sua giornata che abbia però un grado di flessibilità: se, ad esempio, per un po’ di tempo, il bambino non vuole più fare sport, non forziamolo, ma cerchiamo di decidere insieme a lui cosa fare in quelle giornate in cui avrebbe dovuto fare attività motoria.

Risposte semplici, di presenza, di vicinanza. Accettazione della necessità fisica e psicologica di manifestare il dolore per poterlo elaborare. Non allarmiamoci subito, diamoci un po’ di tempo. Se la situazione persiste o valutiamo risposte ambigue od eccessive, chiediamo aiuto ad un professionista che potrà contestualizzare la situazione emotiva del bambino e fornire i giusti e specifici aiuti.

ATTENZIONE: in questo articolo, si tratta l’elaborazione del lutto in bambini dai 6 ai 10 anni circa. Dai 0 ai 3 anni, vi sono risposte diverse che non sono state approfondite in questa descrizione.

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